Qualcosa di buono accade ogni momento; una carezza di un bambino una festosa accoglienza di un cane delle scuse inaspettate, l’amore che bussa all’uscio in una sera di inverno una parola sussurrata sotto la pioggia un caldo abbraccio un’arresa senza timore, Un onda perfetta da cavalcare. Cosi ho deciso di lasciare andare cammino per viali innevati quiete; ho preso l’essenziale,tu mi hai accolto così in silenzio, con dolcezza hai asciugato le lacrime, lacrime di felicità e speranza con amore mi hai sostenuto, con pazienza mi hai amato con bontà mi hai tenuto al sicuro. Ti amo.
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Lorena Turri
- 14/11/2010 22:12:00
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@lino Infatti riferendomi alla poesia ho scritto "multisfaccettata e non standardizzata", pertanto non mi discosto molto da ciò che lei asserisce. Proprio oggi pomeriggio ho letto alcune sue poesie (sperando che "lino" sia lo pseudonimo di Lino Lista) tra cui anche una dedicata a Mario Luzi, in endecasillabi e rime. Il linguaggio non mi è apparso "esoterico" ma molto tecnico,nonchè dimostrava una notevole conoscenza dei versi luziani, ed è ciò che può benissimo insegnare un professore di lettere ai suoi alunni. Non a questo tipo di tecnica, però, mi riferivo, ma allinsegnamento del linguaggio, ovvero alla differenza tra prosa e poesia, tra poesia e prosa poetica e non alla qualità del linguaggio poetico che è propria di ogni poeta ed è ciò che lo rende originale e unico.
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lino
- 14/11/2010 20:16:00
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“Un’onda perfetta da cavalcare” accade raramente. I surfisti, a volte, percorrono migliaia di chilometri nella vana speranza di montarne una. Non ritengo che ci sia una frattura bensì un paradosso tra le due parti del testo, le quali sono intimamente connesse “dall’essenziale” che può capitare in ogni momento, inaspettato e meraviglioso come la carezza di un bimbo o come l’amore che giunge improvviso. La poesia sul piano della significanza è coerente e dimostra una buona abilità dell’autore nel cogliere i particolari, nel lasciare parlare le immagini, nel coniugare gli opposti. Mi scuso con Lorena Turri se, con grande rispetto, le scrivo che non concordo con lei. La poesia è un linguaggio “esoterico”, nessun professore potrà mai insegnarlo. I linguaggi che s’imparano tra i banchi sono linguaggi essoterici, dove le immagini sono rare, le metafore preziosismi, le figure retoriche fredde definizioni. E nemmeno credo che i “poeti adulti”, seppure competenti, possano dare lezioni: le loro osservazioni sempre sono il frutto di un punto di vista, sempre sono coerenti con le concezioni delle correnti letterarie e degli stili ai quali hanno aderito. La poesia è propria del singolo poeta; se egli è giovane, il perfezionamento avverrà nel tempo con il duro "limae labor et mora" personale, la musicalità si affinerà quando lo scrittore avrà imparato ad armonizzare il ritmo interiore col verso che sgorga e la forma con il contenuto. Ho esposto soltanto un mio modesto parere, naturalmente, stimolato dalla passione che ho per i poeti dialettali, specie per quelli provenienti dal mondo contadino come Buttitta.
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Lorena Turri
- 14/11/2010 18:51:00
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@Lisa Curuni A scuola , un buon insegnante di lingua italiana insegna agli studenti la scrittura in ogni suo aspetto. Cè una tecnica per scrivere saggi, una per scrivere temi(diversa se sono argomentativi, descrittivi, ecc.), unaltra per scrivere articoli e così via sino alla poesia. E vero che, in primis, la poesia la si sente dentro, tantè che non tutti gli studenti, anche se ne hanno appreso la tecnica di base riescono a scriverla, ma ha una sua forma, seppure multisfaccettata e non standardizzata, che si affina col tempo e nulla toglie alla verità del sentimento. Un pensiero può essere poetico, ma non è detto che sia poesia.Però può diventarlo curando la forma e lasciando intatto il contenuto. Credo che Franca, essendo tra laltro uninsegnante, abbia fornito un buon consiglio. Le dico questo perchè anchio scrivo di getto (cuore e pancia)e come lho fatto la prima volta lo faccio tuttora, soltanto con un attimo in più di attenzione al ritmo, alla parola, al verso o a quantaltro e ancora sono in fase di apprendimento che, temo, non finirà mai!
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Lisa Curuni
- 14/11/2010 18:23:00
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Io invece, che non scrivo poesie e non conosco il sig Mauro, ho desunto anche leggendo la microbiografia, che sia alle prime esperienze e presumo anche giovane. Pertanto lo esorto al contrario a scrivere di getto in quanto sicuramente lopera finita risulterà male articolata ma VERA. Non tutti scriviamo per piacere agli altri ma per conoscere noi stessi. Con il tempo si diviene più accattivanti ma meno spontanei no?
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Mauro Iozzi
- 14/11/2010 18:02:00
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Grazie Sig. Franca Apprezzo i suoi suggerimenti scrivo le mie poesie come "sgorgano", quindi sicuramente poco lavorate come dice Lei,ma sono così...spero di poter migliorare. Grazie ancora
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Franca Alaimo
- 14/11/2010 11:45:00
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La poesia è piena di sentimento e sincerità, ma lo stile appare incerto. Cè una frattura tra la prima e la seconda aprte del testo e alcuni versi appaiono poco lavorati. Non conosco MAuro Iozzi; non so se sia alle sue prime esperienze compositive; ma voglio aggiungere che sono le critiche negative quelle che fanno crescere e, quindi, lo esorto a non volermene. Se la passione per la poesia è vera, lavorando, leggendo, faticando, migliorerà. Anchio, quando ero una ragazza, ho fatto tesoro delle osservazioni dei "poeti adulti" per giungere alla mia produzione migliore.
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